Bitonto, Masseria Lama Balice
Bitonto, Torrione
Mola di Bari, Teatro Van Westerhout
Bitonto, Foyer Teatro T. Traetta
Bitonto, Teatro T. Traettaa
Bitonto, Palazzo Planelli
Bitonto, Teatro T. Traettaa
Bari, Pinacoteca Provinciale
Suggestioni di luci e colori, costumi raffinati, un cast di giovani interpreti per una sfarzosa commedia romantica tratta da W. Shakespeare. Lo scontro tra seduzione e castità e il potere travolgente dell’amore; il gioco linguistico e retorico, la comicità di vivaci dialoghi serrati, lo scintillio dell’intelligenza contrapposto alla pedanteria ridicola e all’ignoranza, sono i temi di quest’opera.
La trama principale si snoda attorno alle vicende della Navarra. Il Re invita i suoi due amici più cari, Dumain e Berowne, a sostenere un giuramento molto duro: per tre anni non dovranno pensare ad altro che allo studio, senza frequentare donne. Intanto arriva a corte la principessa di Francia accompagnata da due avvenenti damigelle. Quando viene informata che non potrà essere ospitata presso la tenuta, ma dovrà alloggiare in un accampamento fuori dai cancelli della corte, la principessa prende in giro il Re a proposito del giuramento e gli porge una lettera in cui suo padre, il Re di Francia, fa presente la necessità di raggiungere un accordo tra i due regni su vecchie questioni economiche. Il Re e i suoi amici sono subito colpiti dalla bellezza delle fanciulle: da un lato non vogliono spezzare il giuramento, dall’altro non riescono a negare i propri sentimenti. Berowne scrive poesie a Rosalina, così ognuno scopre i sentimenti dell’altro. Il Re riconosce che il voto è stato infranto e decide che è giunta l’ora di corteggiare apertamente le ragazze. Arriva improvvisa la notizia della morte del Re di Francia. La principessa e il suo seguito devono rientrare in Patria subito. Dopo molte tenerezze, le ragazze fissano un appuntamento: un anno di attesa per mettere alla prova l’amore degli uomini. Scoppia la Grande guerra, e tutti in qualche modo sono coinvolti. Si ritrovano alla fine, riuniti nella pace e nell’amore, con la promessa di un futuro più roseo non molto lontano. Un commedia sull’amore e sulla conquista dei sentimenti, sebbene non termini con il classico matrimonio tra i personaggi, cosa che la rende atipica rispetto ad altri lavori del Bardo e, quindi, molto intrigante da mettere in scena. In Pene d’amor perdute la delicata elegia dei sentimenti sospesi e del tempo che fugge e che incombe insidioso sugli impalpabili equilibri dell’esistenza umana ha tutte quelle caratteristiche di tenue malinconia e di scintillante ambiguità che ci fanno considerare così «moderne» le commedie di Shakespeare. E’ un’opera divertente, che ci permette di sorridere di situazioni non facili. Non c’è politica, né ideologia, in Pene d’amor perdute c’è umanità, qualcosa che ci dice che dobbiamo saper accettare la vita come viene.
Suggestioni di luci e colori, costumi raffinati, un cast di giovani interpreti per una delle commedie più celebri, affascinanti e misteriose di Shakespeare. La trama principale si snoda attorno alle vicende amorose di Ermia e Lisandro, e di Elena e Demetrio, le cui avventure sentimentali sono complicate dall’entrata in scena di Oberon e Titania ,re e regina delle fate che, servendosi di un folletto di nome Puck,creano scompiglio tra gli amanti. La trama secondaria narra le divertentissime vicende di Bottom e dei suoi colleghi artigiani , che si recano nella foresta per preparare la messa in scena della commedia di Piramo e Tisbe.
Nel sogno di una notte di mezza estate si fondono le vicende degli umani e degli dei. Il mondo dei sogni diventa il luogo dove il confronto tra uomini e spiriti,tra vita e morte,avviene; da qui trae vita l’aforisma shakespeariano per eccellenza ‘siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni’, che condensa il significato della scrittura di Shakespeare: una volta che l’avventura sugli argillosi sentieri della terra è terminata la vita prosegue sotto forma di spirito e se tutto questo può spaventare il lettore,si può sempre seguire l’invito che Puck rivolge ai lettori, nel monologo conclusivo della fiaba:
I Fatti d’Arte in collaborazione con il Cenacolo dei poeti ha realizzato, per il periodo pasquale, in reading letterario dal titolo ‘Laude bitontina del giovedì santo’.
Il reading è stato creato per evocare immagini e suggestioni riguardanti la Passione di Cristo; i testi sono stati presi dal Vecchio e dal Nuovo Testamento. Verranno narrati la profezia, il Tradimento e il Calvario del Salvatore, accompagnati da cromatismi musicali, esasperati nella resa dell’espressione del dolore..
Tre amiche inseparabili, la professionale Kelly, l’ingenua Vicky e l’avvenente Susan, sono le protagoniste della storia ambientata in una sfavillante New York che permette felicità, successo e divertimento. Un quadro perfetto che può essere incrinato da una cosa sola: gli uomini. Ma le tre ragazze sapranno come riprendere il controllo delle loro vite, suggellando a suon di tacchi, un indissolubile patto. Il ritorno delle ragazze impudiques, in uno spettacolo terribilmente fashion.
Il reading è stato creato per evocare immagini e suggestioni riguardanti la Passione di Cristo; i testi sono stati presi dal Vecchio e dal Nuovo Testamento. Verranno narrati la profezia, il Tradimento e il Calvario del Salvatore, accompagnati da cromatismi musicali, esasperati nella resa dell’espressione del dolore..
Uno spettacolo esilarante e divertente prodotto dalla Compagnia Fatti d’Arte. Come nella tradizione settecentesca, la rappresentazione è stata pensata per essere messa in scena all’aperto (adattabile, di conseguenza, a qualsiasi spazio chiuso) con una scenografia fatta di pochi oggetti; la pièce è basata non su un testo scritto, ma su un canovaccio. L’intento è omaggiare uno dei genere teatrali più antichi in Italia.
Il canovaccio è ispirato all’opera di Carlo Goldoni.Egli fu conosciuto per il suo “illuminismo popolare”, che critica ogni forma di ipocrisia dando importanza alla classe sociale dei piccoli borghesi. Goldoni era conscio dei conflitti che possono sorgere tra le varie classi ed era altrettanto che un uomo si potesse affermare indipendentemente dalla classe cui apparteneva, attraverso l’onore e la reputazione di fronte all’opinione pubblica. Ogni individuo se onorato accetta il proprio posto nella scala sociale e rimane fedele ai valori della tradizione: onestà, laboriosità, ecc. Il testo della compagnia, non solo rispetta l’ideologia ‘illuministica’ di Goldoni, omaggia, altresì, la struttura teatrale della Commedia, caratterizzata da un intreccio amoroso che si conclude con il lieto fine.
“Manuale Distruzione” è la storia di un’attrice alla ricerca costante della sua dimensione artistica. Tutte le incertezze di Mariantonia scaturiscono dalla perenne propensione al raggiungimento della perfezione. La bellezza è l’ossessione di una donna che pur di piacere e di piacersi, inizia il macabro gioco dell’autolesionismo; entra così nel vortice della Bulimia combattendo tra amore e odio.
Il progetto “Manuale Distruzione” nasce dalla volontà di mettere a fuoco, mediante la messa in scena di un monologo teatrale, la tematica della bellezza femminile e di come questa, talvolta, si trasformi in ossessione fino a trasfigurarsi in bulimia e di come, quest’ultima, spesso non venga vissuta come una malattia, ma come una possibilità. Il lavoro si sviluppa su tre linee narrative fondamentali: la nascita di un’Attrice, la paura di essere una donna ‘imperfetta’, la bulimia. Ogni donna racchiude nel suo animo il desiderio di essere la più bella, vorrebbe esserlo e vorrebbe sentirselo dire. Talvolta questo desiderio diventa così ossessivo da trasformarsi nella paura di non essere accettata. L’attrice per antonomasia deve racchiudere il principio della bellezza. Per un’attrice il corpo è fondamentale; in questo lavoro è infatti richiesta una bella presenza, una stereotipata silouette che rispetti i canoni imposti dalla moda. La bulimia diventa il rimedio a tutte le ossessioni che in maniera sempre più preponderante prendono piede nella psiche della donna. È la speranza di trovare la luce in un mondo che vive nell’ombra. Mia (nome che spesso viene associato alla Bulimia) diventa amica, amante e confidente. Un macabro modo di amare ed amarsi, lo scotto che si deve pagare per poter sembrare il proprio modello di riferimento. Il cocktail di queste tre entità diventa un turbinio di parole, immagini ed emozioni che, pian piano, conducono il lavoro da un clima allegro e frizzante nel dramma più profondo, dall’incubo, alle allucinazioni fino alla perdita della percezione di ciò che è reale. Messa in scena Il progetto “Manuale Distruzione” intende parlare di un tema estremamente delicato e assolutamente attuale; nasce dalla volontà di far luce sul profondo disagio che fa scattare il malsano meccanismo dell’autolesionismo. Nel lavoro forte è la presenza della metodologia russa che permette all’attore di creare un gioco teatrale che ingloba al suo interno testi classici, brevi spaccati di vita personale, interviste e citazioni; incastra momenti ludici con pause ed immagini poetiche, ironia e dramma. Non si tratta di teatro di narrazione, l’attrice in scena non si limita a raccontare una storia ma l’agisce dando vita e voce a più personaggi trasformando, di volta in volta, diversi linguaggi; la parola diventa musica che si trasforma in danza. Il lavoro è, quindi, un concentrato di linguaggi che si fondono, metodologie che si intrecciano, gioco col pubblico sempre aperto, abbattimento della quarta parete e coup de théâtre.
La commedia degli equivoci dei Fatti d’Arte è una mise en scène, tra stile bizarre e minimalista, che prende spunto dalla tradizione teatrale italiana legata alla produzione goldoniana. Con i piedi piantati nella tradizione drammaturgica elisabettiana e lo sguardo rivolto alla contemporaneità La commedia degli equivoci unisce ricerca filologica all’estro minimalista del regista Raffaele Romita e del costumista Franco Colamorea: un’ideazione registica e scenografica originale di uno dei grandi classici della letteratura inglese.
La commedia si svolge sullo sfondo della feroce rivalità tra le due città di Siracusa ed Efeso. Si apre con l'arresto di Egeone, mercante di Siracusa. Egeone, a cospetto di Solino, il duca di Efeso, gli racconta la storia del suo naufragio di molti anni prima, in cui furono dispersi la moglie Emilia, il figlio Antifolo, e il servo Dromio. Sia il figlio che il servo hanno un identico fratello gemello, che porta lo stesso nome, e che si è salvato dal naufragio. Nell'anno del loro diciottesimo compleanno, Egeone diede loro il permesso di partire per Efeso, alla ricerca dei gemelli perduti. Ma dei secondi Antifolo e Dromio non si sa più nulla. Cinque anni dopo, Egeone è partito alla volta di Efeso alla loro ricerca, ed ecco spiegato il motivo del viaggio. Solino si commuove al racconto del vecchio Egeone e rimanda la sentenza di morte fino a sera, termine entro il quale Egeone dovrà trovare la somma di denaro per riscattare la propria vita. In realtà i due gemelli dispersi vivono ora ad Efeso, mentre gli altri due giungono ora nella città. La commedia degli errori vera e propria comincia nel momento in cui Adriana, moglie di Antifolo di Efeso e i conoscenti di questo e di Dromio di Efeso confondono le loro identità con i gemelli siracusani. Adriana, aiutata dalla sorella Luciana, decide di far legare i primi sospettando che siano usciti di senno. Com'è ovvio, la presenza dei doppi a Efeso farà credere che si siano slegati, innescando il loro inseguimento, finché anche gli altri due riusciranno a liberarsi e fuggire. La commedia si risolve nel luogo dove Egeone è condotto al patibolo, dove i fratelli si incontrano e chiariscono le proprie vicende. Anche Emilia, la moglie perduta di Egeone, si scopre viva e vegeta. Infine, la condanna di Egeone è condonata e la famiglia si può finalmente riunire
Leonora, una rispettabile nobildonna, vive con la sua splendida figlia - la giovane Ero – e sua nipote Beatrice, una giovane arguta e spiritosa. La commedia messa in scena dai Fatti d'arte in un'atmosfera quasi messicana grazie alle atmosfere ricreate dal regista Raffaele Romita e ai costumi e le scenografie di Franco Colamorea, inizia con Leonora che si prepara a dare il benvenuto ad alcuni amici che stanno tornando dalla guerra. Con loro ci sono il principe Don Pedro, caro amico di Leonora, e due compagni di battaglia: Claudio, un nobiluomo molto rispettato, e Benedetto, un uomo intelligente che si diverte a fare argute battute di spirito, spesso prendendo di mira proprio gli amici. Non appena i soldati arrivano a casa di Leonora, Claudio si innamora perdutamente di Ero mentre Benedetto e Beatrice riprendono una schermaglia a suon di battutine sagaci che era iniziata in passato. Claudio e Ero si confessano immediatamente il proprio amore e decidono di sposarsi. Per ingannare il tempo nella settimana che occorre per preparare il matrimonio, gli amanti e i loro amici decidono di fare uno scherzo. Vogliono far smettere di litigare Beatrice e Benedetto e farli innamorare. Poiché le punzecchiature tra i due celavano evidentemente un sentimento corrisposto, i trucchi degli amici funzionano, e i due presto si innamorano. La diceria, le malelingue decidono però di rovinare la felicità insinuando il verme della gelosia in Claudio che crede che la sua amata lo tradisca. Claudio, furioso, umilia pubblicamente Ero il giorno del matrimonio, accusandola di lussuria e abbandonandola. In attesa di capire cosa sia realmente accaduto, i membri della famiglia decidono di fingere che la giovane sia morta di dolore e di nasconderla fino a quando potranno rivendicarne l’innocenza. Nel frattempo Benedetto e Beatrice si confessano amore reciproco. Fortunatamente, Baldassarre un servo capisce che Ero è innocente, e trova il mezzo per provare l’innocenza di Ero, mentre Claudio, che la crede morta, si strugge di dolore. Come punizione Leonora impone a Claudio di dire a tutti, in città, quanto pura e innocente fosse la giovane Ero. Lo costringe inoltre a sposare sua nipote, una ragazza che somiglia moltissimo a Ero. Claudio si prepara a sposare una donna misteriosa e mascherata che crede essere la cugina di colei che ama, ma che, con un colpo di scena finale, si rivela essere Ero stessa. Egli è ovviamente sopraffatto dalla felicità e, sull’onda della gioia, Benedetto chiede a Beatrice di sposarlo. La commedia si chiude con una danza degli amanti che celebrano il doppio matrimonio.
Come si possono spiegare i rifiuti in modo da far vedere a tutto quale sia la loro più bella risorsa, il riciclo? Questa è la domanda che attanaglia i nostri tre operatori accampati in un camping. Inebriati dalla possibilità di ricavare oggetti preziosi grazie all'utilizzo della raccolta differenziata cercano di far cogliere a tutti la profondità del loro impegno. E come si può parlare della profondità se non trasferendo tutta la vicenda negli abissi marini? Ci si trasferisce, quindi, nel fiabesco regno del re Tritone e delle sue figlie sirene, focalizzando tutte le attenzioni sulle avventure che vedono come protagonista la più piccola delle sirenette, Ariel! Una storia come non l'abbiamo mai sentita, con personaggi mai visti prima, che insegneranno a noi umani a salvaguardare la nostra terra, utilizzando correttamente la raccolta differenziata. Uno spettacolo brioso, una meravigliosa storia moderna, tre attori che daranno vita a molteplici personaggi anche grazie all'utilizzo di canti e giochi di clownerie e che renderanno piacevole un argomento tanto discusso ai giorni nostri.
Ci scusiamo per il ritardo. Storie di viaggi avvenuti, verosimili e surreali per un immaginario comune”, è un progetto teatrale dei Fatti d'arte realizzato in collaborazione con la Ulixes s.c.s. che da ormai qualche anno porta il teatro sui mezzi di trasporto urbano della città di Bari e non solo.
Tre attori, abbigliati come viaggiatori degli anni '40 del secolo scorso, accompagneranno i pendolari e i viaggiatori di oggi in un percorso letterario sul tema del viaggio, con letture e performance tratte da “Alice nel Paese delle Meraviglie”, di Lewis Carroll e “Il giro del mondo in 80 giorni”, di Jules Verne. Il progetto, grazie anche alla disponibilità di Fettrotramviarioa S.p.A e AMTAB S.p.A, ha l'obiettivo di coinvolgere i cittadini, turisti e pendolari, in una "pillola" di Teatro, viaggiando con la mente mentre si transita con il corpo, attraversando la città su persorci quotidiani e donando la possibilità di visitare luoghi lontani, storie passate e future, insieme a personaggi irreali e fantastici.
E se in un bosco incontrassimo dei strani personaggi cosa gli chiederemmo? cosa ci aspetteremmo da loro? E se questo incontro lo facessimo nel cuore dell'estate, a cosa penseremmo? La tradizione del teatro viaggiante in cui gli spettatori erano magicamente coinvolti in una storia, spesso magica, viene rievocata nella pièce 'Gli artigiani di Sogno di una notte di mezza estate' messa in scena dai Fatti d'Arte. In questo caso il pretesto sarà la divertente scena teatrale di Piramo e Tisbe, tratta proprio da ‘Sogno di una notte di mezza estate’ di W. Shakespeare. Gli avventori verranno coinvolti in un’atmosfera onirica e travolgente che vedrà gli amanti Piramo e Tisbe come protagonisti assieme a Muro, Luna e Leone.
A tavola nascono le idee migliori! A tavola quattro neo-rivoluzionari parlano del loro Vate, della sua storia, della sua Rivoluzione!
La narrazione delle vicende atipiche della vita di Filippo Tommaso Marinetti, padre del Futurismo, diventano il pretesto per discutere dell'importanza del movimento d'avanguardia italiano che ha rivoluzionato parte del concetto di teatro, di danza, di cinema, di musica e di arte dagli inizi del Novecento ad oggi. Con le serate futuriste si sfonda la quarta parete e il pubblico entra in scena diventando uno dei protagonisti della storia, le danzatrici scendono dalle punte per cantare la dinamica simultanea” della vita moderna, si parla nelle opere letterarie di automi antesignani degli attuali 'robot', in musica con il pugliese Franco Casavola si identifica l'esecutore con il creatore, portando l'improvvisazione nell'insieme orchestrale. Una rivoluzione che dal 1909 ci porta oggi a riconsiderare l'arte scenica come nutrimento e moto propulsore per le innovative menti artistiche.